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Molti anni fa il destino mi portò a trascorrere un periodo di vita e di studio negli Stati Uniti, dove sarei dovuta restare per sempre. Poi il fato si mise di mezzo, la mia prima famiglia si disgregò e tornai a Roma, lasciando con grande sofferenza affetti e cari amici nella città di Manchester, nel New Hampshire.
Gli anni passarono e la mia vita si arricchì di esperienze e di affetti: il lavoro nel settore dell’istruzione e nell’ambito del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, il matrimonio, i figli… non ho mai rimesso piede su quella Terra, mai più sulle sponde del Merrimack, il fiume che scorreva dietro casa mia, tanto importante anche per la giovane storia americana.


Ma poi ho iniziato a scrivere un libro dopo l’altro. “Un’ombra sul fiume Merrimack” (Edizioni Universo) fu il secondo dei miei romanzi, subito dopo “Nessun segno sulla neve”, e il primo ad essere tradotto nell’edizione inglese “A Shadow on Merrimack River”, dopo aver ottenuto il premio Nanowrimo 2012. Ed è proprio lì che è nata la storia che si è conclusa con il mio viaggio americano di pochi giorni fa. Alcuni miei amici, dopo aver letto l’edizione inglese, mi hanno ringraziato, perchè con le mie descrizioni avevo permesso loro di camminare ancora per quelle strade, nelle case dal profumo di cedro in cui abitavamo, nella scuola cattolica dove avevamo studiato, la St. Francis School. Mi hanno comunicato che tutto ciò non esisteva più, perchè quella zona era stata demolita per allargare l’area dell’aeroporto di Manchester. Alcune amiche mi raggiunsero addirittura in Italia per riabbracciarmi. La voglia di rivedermi, il desiderio di ospitarmi nella nuova sede della scuola e di celebrare il mio successo letterario ha posto le basi per l’organizzazione di un convegno che si è svolto il 9 settembre scorso, a cui hanno partecipato molti dei miei ex compagni di scuola e amici lettori.
Il nuovo Istituto sorge a pochi metri dal Merrimack, e sono stata condotta da Padre Jeff Statz fin sulle sponde del fiume, che ho amato e descritto nel libro, fotografandolo nella realtà di un gelido inverno del 1966. Due ragazze vanno a pattinare sul fiume ghiacciato, disobbedendo ai genitori. La lastra di ghiaccio si crepa sotto i pattini di Diana e lei rischia di essere risucchiata nelle profondità del fiume dal cadavere che vede lentamente passare sotto i suoi piedi. E’ l’inizio di un thriller che ha tenuto i lettori americani, e ancor prima quelli italiani, incollati fino all’ultima pagina.
Potete immaginare quali momenti toccanti ho vissuto, rivedendo persone adulte, giunte anche da parti diverse e lontane degli Stati Uniti, solo per rivedermi, abbracciarmi con un affetto immenso. Ho riconosciuto in loro i lineamenti di un tempo, le storie che avevamo condiviso, come la morte in Vietnam del fratello diciassettenne di Richard, un fatto che riporto nel romanzo. E parlandone insieme ho potuto notare che lui ha ancora lo stesso sguardo ferito di quel giorno, quando gli chiesi se aveva potuto vedere il cadavere del fratello. Oppure il volto sorridente di Mark, che era sempre punito dalle suore, con punizioni corporali, come le cinghiate sulle mani. E Nancy, Joyce, Jeanny, Debbie… Ho potuto pronunciare anche un discorso alla fine della riunione il cui video, per ora visibile solo sulla mia pagina FB, pubblicherò sul mio canale Youtube appena verrà eliminato il rumore di fondo del condizionatore d’aria. Già, perchè nel luogo dove avrei dovuto respirare la fresca aria del New Hampshire ha fatto un caldo incredibile e i condizionatori andavano a tutta birra. Abbiamo terminato la giornata nel giardino della scuola, alla ricerca di vecchi documenti e ricordi.
Negli ultimi minuti che abbiamo trascorso insieme, io mi sono isolata e li ho guardati i miei amici, che banchettavano al rinfresco, che ridevano e scherzavano come tanti anni fa. Mi sono chiesta se in futuro avrò ancora una simile opportunità, la nostalgia mi ha travolto, insieme alla strana sensazione di “Sliding doors”, di ciò che è stato ma che avrebbe potuto essere. Ho avuto tanto affetto nella mia vita italiana e ora so che altrettanto mi ha seguito nell’animo di chi mi ha conosciuto dall’altra parte del mondo, lo stesso che avrò sempre per loro. E voglio portare con me quella immagine di gioia, di profondi sentimenti e di dolcissima consapevolezza.
Ringrazio Padre Jeff Statz e il Preside Mark Schwerdt, che hanno permesso la realizzazione di un evento indimenticabile.
Io sono la terza da sinistra, con la treccia… e siamo sempre noi

https://danielaalibrandi.com/2017/12/26/dove-acquistare-le-mie-edizioni-inglesi/
https://danielaalibrandi.com/2017/01/12/dove-acquistare-unombra-sul-fiume-merrimack/
Restate collegati, presto altri articoli per viaggiare insieme attraverso il New England!












































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