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Un video che mi racconta a tutto campo per “Quelle strane ragazze”, la forza dell’incipit!


Un video che mi racconta a tutto campo, come autrice e donna, e presenta il mio nuovo libro “Quelle strane ragazze”, leggendone alcuni stralci, senza trascurare i miei precedenti lavori dei quali si parla diffusamente. Un gran bell’effetto! Il mio ringraziamento a “Un video per un libro”!

SINOSSI

Siamo all’inizio degli anni Novanta, il muro di Berlino è stato abbattuto da poco e l’assetto politico europeo e mondiale sta rapidamente cambiando, così come le forme di spionaggio fino ad allora utilizzate. Un uomo è solo in casa e si aggira per le stanze dell’elegante abitazione in preda a un raptus. Ha deciso per l’ennesima volta di togliersi la vita e stavolta è determinato a riuscire nell’intento. Fuori, nel quartiere Coppedè o Magico, come viene comunemente definito dai cittadini romani, inizia una nuova giornata nello splendore dell’incipiente primavera. Il Villino delle Fate, Il Palazzo del Ragno e quelli degli Ambasciatori, misteriosi e affascinanti edifici della zona, riflettono la luce sui loro enigmatici bassorilievi e sui mosaici dorati. Attorno allo scrosciare della Fontana delle Rane si intrecciano le vite e i destini di alcune ragazze, impiegate negli uffici di una prestigiosa organizzazione internazionale, coordinate nel loro compito dalla anziana segretaria del direttore generale. Le giovani donne, cariche di forti storie personali, animeranno quei luoghi dalle fattezze tanto particolari e si troveranno coinvolte in avvenimenti imprevedibili quanto inimmaginabili, nell’osmosi di vicende mutevoli, che segneranno per sempre il loro percorso.

Completamente ambientato nel quartiere romano Coppedè, il romanzo tratta del delicato argomento relativo alle cosiddette “trappole di miele”. In un susseguirsi di appassionanti intrecci e improvvisi colpi di scena, si imbastisce una storia avvincente dai risvolti umani molto forti. Il quartiere quieto e suggestivo, con i suoi richiami onirici ed esoterici, fa da cornice a una trama che, dopo aver sorpreso il lettore sin dalle prime righe, lo lascerà alle prese con un finale mozzafiato.

“Quelle strane ragazze” ha vinto il Premio Perseide 2014 con il titolo “La fontana delle rane”(adesso fuori catalogo) e ne rappresenta la nuova edizione in versione integrale ed ampliata.

Mondadori:

http://www.mondadoristore.it/Quelle-strane-ragazze-Daniela-Alibrandi/eai978882781266/

Mappa inerattiva delle 4.500 librerie dove ordinare e ricevere il libro:

https://www.youcanprint.it/librerie-in-italia-self-publishing.html

Ricordo che tutte le librerie del territorio nazionale possono ordinare il romanzo tramite il distributore Fastbook.

Link di Amazon:

https://www.amazon.it/Quelle-strane-ragazze-Daniela-Alibrandi/dp/8827812660/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1520065744&sr=1-1&keywords=quelle+strane+ragazze

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Eventi, LE NEWS

Il noir italiano “Una morte sola non basta”


PRESSO LA BIBLIOTECA MARINA DI CERVETERI

Giovedì 5 aprile, alle ore 17.00, presso la Biblioteca Marina di Cerveteri, Via di Castel Giuliano 57 a Cerenova, verrà presentato il libro di Daniela Alibrandi “Una morte sola non basta”, Del Vecchio Editore. L’opera, che la critica definisce un grande romanzo neo realista, tratta argomenti di indiscutibile e scottante attualità, inseriti in un contesto storico e sociale non troppo lontano. Attraverso una narrazione limpida e filmo grafica la trama si immerge nel fermento della nostra nazione, colta nella transizione dalla semplicità degli anni Cinquanta al folgorante e ottimistico sviluppo del boom economico degli anni Sessanta, fino alle contraddizioni e ai contrasti degli anni Settanta.
Dialogherà con l’autrice Giorgia Gioacchini. Il romanzo è presente in tutte le fiere del libro nazionali più importanti, come il Salone del libro di Torino, Piùlibripiùliberi di Roma ed è reduce dal successo ottenuto al Book Pride di Milano. Non mancate! (Ingresso libero)

 

“Una morte sola non basta” al Book Pride di Milano

Il riepilogo degli ultimi eventi nel preciso report di Evensi.it

https://www.evensi.it/page/daniela-alibrandi-autore/10000321553

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Eventi, LE NEWS

Siete pronti per il Book Pride?


Io sì, al Book Pride di Milano dal 23 al 25 marzo, ci sarò con due dei miei libri!

Allo stand V16 di Del Vecchio Editore potrete trovare il mio libro

UNA MORTE SOLA NON BASTA

http://www.delvecchioeditore.com/libro/cartaceo/227/una-morte-sola-non-basta

Mentre allo stand V22 di Giulio Perrone Editore c’è il mio libro

IL VASO DI BEMBERLY

http://www.lerudita.it/il-vaso-di-bemberly/

Due storie di grande impatto emotivo che indagano in modo diverso le difficile dinamiche familiari. “Una morte sola non basta” investiga il male assoluto, cioè quello che a volte si può subire nel luogo che più dovrebbe proteggere, cioè la famiglia. Un grande romanzo neo realista che segue la crescita e le esperienze di due bambine nate negli anni ’50, vittime di tipi diversi di violenza. Fino a quando, ormai ragazze, i loro destini si incontreranno dando origine a eventi imprevedibili. Un tuffo nelle ambientazioni di una Roma troppo facilmente dimenticata, colta nella semplicità degli anni Cinquanta, nella frenesia del boom economico degli anni Sessanta, per finire alle contraddizioni degli anni Settanta.

Diametralmente opposta invece la trama de “Il vaso di Bemberly”, totalmente ambientato in un borgo antico, ricco di reperti etruschi, dove una nonna si batte contro le avversità delle sfide moderne, quali la crisi economica, per non far allontanare i nipoti dalla terra d’origine. E in sottofondo la realtà di un piccolo borgo, ancora segnato da vecchie faide e animato dal chiacchiericcio femminile. Ricco di spunti divertenti e profondi, il romanzo porta in un mondo che in alcuni tratti assume un sapore favolistico, mentre indaga la profondità dell’affetto più puro, quello che si riceve in famiglia.

Non avete che da scegliere. Io posso solo augurarvi una buona lettura!

 

 

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LA STAMPA, LE NEWS, QUELLE STRANE RAGAZZE - Rassegna stampa

“Quelle strane ragazze”, il libro della settimana!


“Quelle strane ragazze” è il libro della settimana scelto da L’Ortica del Venerdì. Un thriller dalle molteplici sfumature, ambientato in uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Roma.

Il giudizio della giuria del Premio Perseide:

“Per la capacità di dare alle parole la loro dignità di immagine. L’autrice ha saputo proporre il rapporto tra vita e morte, tra uomini e donne, tra quotidianità e straordinarietà in maniera elettrizzante e perspicace, lasciando il lettore senza fiato, nel turbinio delle sillabe.”

LEGGETE L’ANTEPRIMA, E’ GRATUITA:

Il libro  è ordinabile nelle 4.500 librerie che potrete scoprire nella mappa interattiva al link di seguito, così come in tutte le librerie del territorio nazionale con il servizio Fastbook.

https://www.youcanprint.it/librerie-in-italia-self-publishing.html

E’ disponibile in versione cartacea e ebook in tutti gli store online

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LE NEWS, QUELLE STRANE RAGAZZE - Le recensioni

“Quelle strane ragazze” approda all’isola letteraria


                        ISOLA LETTERARIA

“Quelle strane ragazze”di Daniela Alibrandi

March 16, 2018, Daisy Raisi

…Già a partire dalla trama il romanzo di Daniela Alibrandi si preannuncia particolarmente interessante.

I molteplici intrecci, i colpi, di scena, l’ambientazione in sé, avvolta da un velo di mistero, catturano l’interesse sin dalle prime battute.  Con l’ausilio di una prosa scorrevole e di un periodare incisivo, la presenza di personaggi non banali e le vicende in bilico fra quotidianità ed eccezionalità creano un gioco di luci e ombre molto intrigante.

Daniela sa tessere abilmente la propria tela nella quale il lettore rimane piacevolmente impigliato. Le vicende delle strane ragazze…. Continua a leggere

              Il sito che ospita la recensione è in allestimento

Il libro è ordinabile in libreria e immediatamente disponibile in cartaceo e in versione ebook in Amazon e in tutti i negozi online:

 

                                  

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LA STAMPA, LE NEWS, QUELLE STRANE RAGAZZE - Rassegna stampa

Da Webcomuncazioni, un articolo bellissimo!


Quelle strane ragazze: la nuova fatica letteraria  di  Daniela Alibrandi

È uscito da pochi giorni il libro “Quelle strane ragazze” dell’autrice Daniela Alibrandi, nota in Italia e all’estero per i suoi thriller di grande impatto (ricordiamo tra gli altri “Una morte sola non basta”, “Nessun segno sulla neve”, “Un’ombra sul fiume Merrimack”). Anche questa volta la scrittrice non si smentisce, trattando argomenti particolarmente delicati e facendo vivere al lettore un’esperienza indimenticabile.

Già l’immagine di copertina, con l’enigmatico sguardo della ragazza dal volto dipinto, anticipa il climax di suspense e mistero che aleggia in tutto il romanzo. La trama del libro che è ambientato all’inizio degli anni Novanta in un quartiere di Roma dalle originali architetture, il Coppedè o quartiere Magico, come viene comunemente definito. Sulla piazza Mincio dove troneggia la Fontana delle Rane, famosa anche per il bagno improvvisato dei Beatles negli anni Sessanta dopo una loro esibizione al Piper, si affacciano edifici dai richiami esoterici, ricchi di fascino come Il Villino delle Fate, Il Palazzo del Ragno e quello degli Ambasciatori.

Il muro di Berlino è stato abbattuto da poco, l’assetto politico mondiale sta rapidamente cambiando e si sperimentano nuove forme di spionaggio. È l’alba di una calda giornata primaverile e attorno allo scrosciare della Fontana delle Rane si tessono le storie di diversi personaggi. Un uomo è solo in casa, deciso stavolta a riuscire nell’intento di togliersi la vita. Di fronte, in uno dei misteriosi edifici, alcune ragazze svolgono il lavoro di impiegate presso una prestigiosa organizzazione internazionale, coordinate dalla anziana segretaria, il resto è tutto da scoprire…

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LE NEWS

C’era una volta una donna bellissima


C’ERA UNA VOLTA UNA DONNA BELLISSIMA

C’era una volta una donna bellissima, dai lunghi capelli neri e due occhi talmente grandi che guardandoli si riusciva persino a entrare nella sua anima. Il suo sorriso era una brezza che raggiungeva il cuore, le sue mani morbide carezzavano in modo sublime e le sue labbra si nutrivano di me, baciandomi. Il suo profumo pervadeva tutta la casa e le ninne che mi cantava continuavano a cullare i miei sogni, fino al mattino. Era bello stare con lei, insieme vedevamo sorgere il sole, trascorrere il giorno e giungere la notte, sempre vicine. Le pappe, le nenie, l’odore del suo latte, le favole che parlavano di un mondo lontano, ma che lei riusciva a rendere vicino e possibile. Inebriante era scoprire che l’Universo, attraverso i suoi occhi, era un orizzonte luminoso dove tutti i nostri desideri si sarebbero potuti realizzare. Un rincorrersi infinito di fate e di gnomi che sembravano materializzarsi, rendendoci parte della loro infallibile magia. E la donna bellissima, meravigliosa volgeva il suo sguardo felice a me e al mio crescere  armonioso.

Tutto questo festoso entrare in innumerevoli castelli incantati, si fermò nel giorno in cui una strega cattiva fece sì che vedessi la donna bellissima, ancora prima dell’alba, pronta a uscire, indossando un grembiule grigio e con i lunghi capelli raccolti in una cuffia bianca.

“Dove vai?” stentai, cercando di far uscire le mie prime sillabe, una domanda che lei intuì solo dal mio sguardo di infante.

Era bellissima quella donna, anche con il grembiule che mortificava le sue forme e la cuffia che nascondeva la sua folta chioma. Mi rivolse un sorriso, meno vibrante di quelli a cui ero abituata, quasi triste.

“Sei grande ora, io torno in fabbrica, tra poco viene la vicina”. Un bacio veloce e leggero sulla mia fronte impallidita. Sola, mi lasciava sola senza più magie da creare! Tentai a lungo di richiamare le mie amiche fate, per far realizzare l’unico desiderio che sentivo crescere a dismisura in me, quello cioè di averla ancora vicina. I castelli incantati erano crollati sotto i colpi di quell’unica realtà, lei andava al lavoro, anche se io non ero grande, non parlavo ancora e non sapevo neppure nutrirmi. E doveva farlo per darmi da vivere. Così giorno dopo giorno, ogni mattina, senza pietà, prima dell’alba lei doveva lasciare il caldo del nostro letto e anche se pioveva o nevicava, oppure tuonava forte, lei doveva andare e nei suoi occhi senza futuro si vedevano le lacrime che non sarebbero mai uscite. Io temevo che non sarebbe più tornata a scaldare le mie notti.

“Quando torni?”

Uno sguardo furtivo, senza più sorridermi.

“Presto, molto presto!” Ma presto non era mai, anzi gli orari si allungavano, c’era la crisi, bisognava lavorare di più per non perdere quel niente che si aveva. Quando c’era lei era solo notte, non vidi più i raggi del sole filtrare attraverso i suoi capelli, che ora erano corti e più radi. La pelle morbida e radiosa, che io ricordavo, si avvizziva ogni giorno di più e i suoi occhi non erano poi così immensi. La sera riusciva a cantare solo una strofa delle mie ninne, perché lei era stanca. Il suo profumo era sparito e dalle sue mani, con la pelle ormai ruvida e martoriata, si indovinava solo il terribile olezzo della trielina.

Povera donna bellissima! Nella fabbrica di ottica le avevano assegnato il lavoro più difficile. Le lenti di vetro arrivavano su di un nastro che scorreva veloce, una dopo l’altra e lei, veloce più di loro, doveva lavarle nella trielina, collaudarle alla luce di una lampada, preparare la scatoletta di cartone e incartare ogni lente, tutto prima che arrivasse quella successiva. Se lei non avesse compiuto tutti quei gesti in pochi secondi, la lente in arrivo sarebbe caduta in terra e l’avrebbe dovuta pagare lei, con il suo già misero salario. Sarebbe mai potuta tornare ad essere bellissima quella donna? Disperata mi dicevo che no, non le sarebbe più stato possibile. Ora era soffocata dal tanfo della trielina e aveva gli occhi perennemente arrossati a causa degli acidi, i cui vapori invadevano tutto l’ambiente dove lavorava.

Crescevo e mi ponevo molti interrogativi. A volte, mentre mangiavo ciò che lei mi cucinava, trovavo il momento opportuno per farle delle domande:

“Al lavoro non usi i guanti?”

Lei mi guardava nel modo dolce che me la faceva riconoscere.

 “All’inizio me li hanno dati, ma con l’utilizzo degli acidi si sono presto consumati e ce ne volevano altri, che la ditta non forniva. Ridotti in quel modo non mi facevano avere la necessaria presa sulle lenti e, dopo che me ne erano scivolate alcune, che ho dovuto ripagare io, non li ho più usati”.

 Intanto stava sfornando un dolce alle mele, me lo cucinava sempre la domenica, così avrei avuto la colazione per tutta la settimana. Non avevo il coraggio di dirle che alla fine degli avidi bocconi, mentre schiacciavo tra i denti i pinoli e le mele, sentivo sempre aleggiare nell’aria quell’alito inconfondibile e nauseante, amaro e mortale di trielina, che inspiegabilmente aveva invaso anche casa nostra.

”Hai sempre gli occhi rossi, non puoi proteggerli?” chiedevo fissando dritta il suo sguardo stanco. Rifletteva mentre, con un sorriso spento rispondeva:

 “Sì, all’inizio usavo una mascherina di plastica, che si è rigata presto e, collaudando le lenti, devo essere certa che  su di esse non ci siano venature, così non l’ho più utilizzata”. Le sue risposte mi ferivano, perché erano logiche, ma terribili. Per poter assicurare il suo lavoro era costretta a non difendersi dalle insidie degli elementi che la circondavano, era come percorrere un cerchio dal quale non si usciva mai.

Intanto io vedevo lei, il mio unico bene, sfiorire mentre immolava la sua gioventù e la sua bellezza su quell’altare pagano che era la produzione, una catena di montaggio infinita che, se misurata in tutta la sua lunghezza, avrebbe steso un nastro cigolante dalla terra fino alla luna. Il lavoro che schiacciava, senza soddisfazione per chi lo compiva, inteso come unico mezzo per sopravvivere.

Era dolce quella donna, mentre cuciva nella notte tra il sabato e la domenica qualcosa per vestirci.

“Tu devi studiare, i soldi ci servono per acquistare i libri, non avrai la mia stessa vita!” mi diceva con un guizzo di orgoglio che le illuminava, distendendoli, i lineamenti contratti e inumidiva di emozione il suo sguardo “Tu avrai un uomo che ti rispetterà e ti sposerà, non come me che sono stata usata e lasciata sola!”

“Chi era mio padre, mamma?” ebbi il coraggio di chiedere una volta alla donna che era un tempo bellissima.

Tossendo, distoglieva lo sguardo dal cucito e sorrideva come persa in un sogno.

“Era bello, aveva i capelli rossi e gli occhi verdi come te e le lentiggini sparse su tutto il corpo, come quelle che hai sul nasino”. Era ancora innamorata la mia mamma, si vedeva da come parlava di quell’uomo di cui non mi voleva dire altro. Era alto, magro, buono, dove avrei potuto vederlo, almeno per una volta? Queste erano le domande che lei, con uno sguardo fermo e fiero, mi imponeva di non farle.

C’era una volta una donna bellissima, dagli occhi enormi che a guardarli si entrava nella sua anima. Un giorno in quegli occhi entrò qualcosa che non avrebbe mai dovuto raggiungerli, una raffica implacabile di frammenti di vetro sparati dal sistema automatico impazzito. Seduta accanto a lei nella corsia d’ospedale, mentre le tenevo la mano sentivo che piangeva e la sua disperazione non era solo per ciò che le era capitato, ma per il sogno che doveva abbandonare e che mi riguardava. Era come se nella realtà che le si prospettava, nella quale forse non avrebbe più potuto vedere, l’unica cosa che le doleva non poter osservare erano le immagini che riguardavano il mio futuro, così come l’aveva sognato lei. Tossiva e piangeva e la mia mano stretta alla sua non faceva altro che peggiorare la sua tristezza.

Non vivrà a lungo la mia donna bellissima, me lo ha detto oggi il dottore. Quella tosse è dovuta ai danni riportati dai suoi polmoni, esposti per troppo tempo agli acidi e alla polvere di vetro.

“Non c’erano i filtri nella fabbrica dove lavorava sua madre?”

“No, funzionavano dei ventilatori, così mi ha sempre detto, ma la polvere di vetro ricopriva tutti i tavoli, anche quello dove mangiava insieme agli altri operai, vicino alla catena di montaggio!”

“Purtroppo i ventilatori non sono stati sufficienti, mi dispiace!”.

C’era una volta una ragazza carina, con i capelli rossi, gli occhi verdi e le efelidi sul naso, che aveva creduto un tempo agli gnomi e alle fate. Un giorno prima dell’alba, mentre fuori tuonava, chiuse i suoi libri in un cassetto, dove di solito si ripongono i sogni. Lentamente indossò un grembiule grigio, nascose nella cuffia bianca i suoi riccioli ramati, gettò uno sguardo al letto caldo che, sfatto, l’avrebbe attesa fino a tarda notte, aprì la porta e uscì sotto la pioggia.

                                                                                                                                                              Daniela Alibrandi

 

     Il racconto, pubblicato su una rivista della RAI e da vari settimanali, tra cui’Ortica del Venerdì, fa parte della raccolta “I doni della mente”

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LE NEWS, Video Gallery

Video dall’Estate Romana a Piùlibripiùliberi alla Bella Italia a Letti di Notte, video, video, video….


            Piùlibri piùliberi 2013 con il mio “Nessun segno sulla neve”, premio Circe 2013

RASSEGNA LETTI DI NOTTEE 2016 PER “UNA MORTE SOLA NON BASTA”

Luglio 2012 Il mio libro “Nessun Segno sulla Neve”, scelto dal Comune di Roma per l’ evento dell’Estate Romana 2012 Letture d’estate lungo il fiume e tra gli alberi, viene presentato presso il Giardino dei Portoghesi a Castel Sant’Angelo. Accompagna la presentazione il maestro Luigi Maio, eseguendo al piano molte delle musiche che io ricordo nel libro. Con me sono il regista Fabio Bellucci e la prof.ssa Serru.

BELL’ITALIA 88

2 marzo 2012 Presentazione di Nessun segno sulla Neve presso l’Associazione Culturale Bell’Italia ’88, con il patrocinio del Comune di Roma. A presentarmi è la famosa scrittrice italiana Giulia Alberico. a leggere alcune pagine del romanzo l’attore Avio Focolari. Sono presenti i miei compagni del liceo oltre alle molte personalità intervenute:

 

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LE NEWS, Nessun segno sulla neve, recensioni

Tra le più belle recensioni a “Nessun segno sulla neve”


E’ sempre amato e apprezzato questo libro, il mio primo lavoro, che scava nell’animo umano, e sorprendentemente un animo maschile, visto che è stato scritto da una donna. Un thriller psicologico che mette a nudo le contraddizioni dell’epoca nella quale passioni personali e politiche hanno illuso un’intera generazione. Una lettura coinvolgente, ben interpretata da Lina Mazzotti, che ha scritto una delle più belle recensioini dedicate a questo libro per Cultura al Femminile.

“Il romanzo Nessun segno sulla neve è un giallo il cui protagonista è Francesco un medico oncologo cinquantenne e la sua famiglia. Giulia la moglie, conosciuta durante gli studi universitari e i quattro figli; Amanda la sua preferita e Goffredo, Michele genio informatico dall’animo generoso con il quale ha molta sintonia e Luigi diciannovenne il minore. Continua a leggere

http://www.culturalfemminile.com/2018/02/28/nessun-segno-sulla-neve-di-daniela-alibrandi/

Il libro ha vinto il Premio Letterario Circe 2013, è stato scelto dal Comune di Roma per un evento culturale dell’Estate Romana 2012 ed è in catalogo presso l’Italian & European Bookshop di Londra. Rieditato nel 2015 da Universoeditoriale è stato tradotto nell’edizione inglese “No steps on the snow”.

Disponibile in ebook e in cartaceo nelle librerie online Feltrinelli, Mondadori, IBS, Libreriauniversitaria etc… e in Amazon.it

https://www.amazon.it/NESSUN-SEGNO-SULLA-Nuova-Edizione-ebook/dp/B01M4JNG4V/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1519893492&sr=1-1&keywords=nessun+segno+sulla+neve&dpID=41S03d1OmUL&preST=_SY445_QL70_&dpSrc=srch 

 

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