Non è descrivibile ciò che un autore sente a questo punto del percorso. La pubblicazione del suo libro. Quante volte ha immaginato questo momento, in quanti modi diversi lo ha sognato. E ora l’esplosione di sentimenti è intima e per certi versi indescrivibile. “Una morte sola non basta”, che esce per Del Vecchio Editore, è forse quello, tra i miei scritti, a cui tengo di più per gli argomenti che tratta e per il periodo storico contemporaneo nel quale è immersa la sua trama. Sento di aver dato con “Una morte sola non basta” un contributo significativo alla storia del nostro Paese e in particolare della mia amata Roma, colta nella sua trasformazione dalla semplicità degli anni cinquanta, al sogno del boom economico degli anni sessanta fino alle contraddizioni e alle ipocrisie degli anni settanta. La città eterna è infatti la cornice della storia di Ilaria e Michela, nate in un periodo nel quale non si prestava molta attenzione al disagio infantile. In un crescendo ininterrotto la storia delle due ragazze si segue nell’impietoso viaggio che le porterà a un finale inaspettato.
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