Atterrare al Logan di Boston dà una bella emozione. Vedere dall’alto quella che è considerata la città più europea d’America è un vero spettacolo. Per questo ho scelto nell’aereo il posto vicino al finestrino, un’abitudine che ho portato avanti in tutti i miei viaggi. Nove ore d’aereo non sono poche, ma gli spettacoli naturali e gli scenari che si possono gustare e immortalare sono davvero infiniti. Di seguito una carrellata di foto della città e la bellissima sorpresa che ho avuto ad Harvard.
Perchè questo bel cartello che indica Harvard? Nella biblioteca della prestigiosa università americana, infatti, sono in catalogo e in edizione italiana ben tre dei miei romanzi, “Delitti fuori orario” e “Delitti Postdatati” (Ianieri Edizioni), “Una morte sola non basta” (Del vecchio Editore). Un orgoglio che non riesco a descrivere:
Ma per terminare il report sui meravigliosi e pazzi giorni trascorsi negli Stati Uniti, voglio salutare le amiche che mi hanno insegnato a “capare” i corns che mi piacciono tanto e un ragazzo che, nell’hotel dove ho soggiornato, mi ha seguito come un angelo custode, affinché non assumessi cibi contenenti alcuni allergeni per me non indicati. Il dono di un libro con dedica è stato il minimo, anche se di prima mattina e con il jet lag!
A proposito, con me è venuto anche il mio ultimissimo “Delitti sommersi” (Morellini Editore), non potevo non fargli conoscere quella parte di mondo!
E alcune immagini del viaggio di ritorno, nel quale una veloce notte ha dato spazio all’alba, fotografata oltre le nubi.
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Come sempre in ogni esperienza vado a cercare il lato più nascosto, quello profondo e alla fine il più vero. Il soggiorno negli Stati Uniti mi ha lasciato una nostalgia che non avrei pensato di provare. Ho ritrovato ambienti e scenari dove ho vissuto molti anni fa, rivisto ragazzine e ragazzini di allora divenuti ormai donne e uomini maturi, ancora colmi di ricordi e d’affetto sincero, insieme alla nuova ammirazione anche per il mio percorso letterario. E ho consciuto giovani davvero in gamba, che lavorano con grande serietà, umanità e gentilezza in molti settori. Un popolo laborioso, sorridente e accogliente, semplice e profondo, capace di superare le infinite sfumature che caratterizzano la nostra cultura, per andare al sodo in modo netto e preciso. Proprio come la lingua parlata, dove i concetti si sintetizzano in modo chiaro.
I ristoranti nei quali è un’abitudine richiedere una scatola per portare a casa parte delle gigantesche porzioni che non si riesce mai a terminare nel corso di un pasto. La genuina sorpresa di fronte alla richiesta di “An Italian coffee” che per loro è “An Espresso”, qualcosa che somiglia al nostro insostituibile e inimitabile caffè. I discreti e spontanei complimenti di chi ha ammirato il mio abbigliamento, la moda italiana e il nostro inconfondibile stile.
Il loro affetto è stato genuino, costellato di episodi unici e profondamente significativi. Il bacio leggero depositato sulla mia mano da una amica che, nel salutarmi, mi ha sussurrato “Saremo legate per sempre”, la commozione sincera di Eddie, Allison, Richard, Nancy, Debbie e molti altri nel separarci, la soddisfazione nei loro occhi quando mi hanno fotografato lungo le rive del Merrimack, con l’edizione inglese del mio romanzo “A Shadow On Merrimack River”, l’aver riservato tanto tempo ed energie solo per dedicarsi a me ed esaudire se possibile i miei desideri. Per me è stato un dono del destino.
Ho ripercorso la strada dove abitavo. Casa mia non c’è più, demolita come le altre del quartiere, come la chiesa e l’istituto scolastico, ma lo scenario è lo stesso. “The willow tree”, il salice piangente dove ci davamo appuntamento al mattino, la Old Brown Avenue.
Ora so di aver creato un tassello importante per la storia di quel luogo, e loro riescono ad apprezzare anche i più sottili frammenti di storia, mentre noi a volte sottovalutiamo l’enorme e prezioso patrimonio che possediamo. Scrivendo il mio romanzo “Un’ombra sul fiume Merrimack”, ambientato negli anni Sessanta quando l’America era nel pieno della guerra con il Vietnam, nel quartiere di Goffs Falls solcato dal fiume Merrimack, la parte di Manchester poi demolita, io ho donato a me stessa e anche a loro il ricordo di qualcosa che è stato e non c’è più. E gli scenari, le persone e gli oggetti che non ci sono più devono possedere un valore inestimabile. Sono tornata e sento già la nostalgia di un’esperienza che mi ha reso ancora più orgogliosa di quello che siamo e della nostra cultura, e nel contempo ancora più umile nel confronto con realtà culturali e sociali diverse. Qualcosa che resterà per sempre.
Alcuni scatti che hanno immortalato momenti diversi, dal convegno alle cene e ai pranzi con amici e lettori, anche con la nota scrittrice americana Nora Leduc, nella foto centrale con la camicia violetta. E’ stato davvero incredibile passeggiare al Sea Food Festival di Hampton e incontrare il governatore dello Stato, Chris Sunnunu, col quale ho potuto parlare di Roma, dell’Italia e dei miei libri.
Un’altra scoperta sono stati i ristoranti. Ho trovato una cucina ottima dovunque, e da Carrabba la vera cucina italiana. L’aver detto alla cameriera che stavo gustando il genuino sapore italiano, mi ha giovato il dono di ben quattro cannoli siciliani che, per il jet lag, alla fine mi sono ritrovata a divorare alle quattro del mattino. L’insalata con il salmone, invece, fa parte di uno dei piatti gustati in un bel locale di Portsmouth ed è tutta americana.
Restate collegati per Arlington, Boston e un ricordo dolcissimo!
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Le White Mountains prendono circa un quarto dello Stato del New Hampshire e una parte del Maine. In sostanza sono la parte più a nord dei monti Appalachi. Avevo espresso il desiderio di vedere il Foliage, lo strano fenomeno che all’inizio dell’autunno tinge di rosso gli alberi di quel territorio, uno scenario che invece quest’anno ha tardato a rivelarsi per il grande caldo anomalo di settembre. “Qual è il problema?” Mi hanno condotto sulle White Mountains, dove lo straordinario evento naturale sta iniziando proprio in questi giorni. Non ringrazierò mai abbastanza gli amici che mi hanno dedicato del tempo prezioso, per farmi vivere una serie di indimenticabili emozioni.
E così fino al Mount Washington, 1917 metri di altezza, ho potuto godere di altri paesaggi, non meno maestosi delle onde dell’Oceano viste a Hampton. Venite con me alla scoperta di quei luoghi e di un incredibile, antico resort alle falde del Mount Washington.
Una bella sosta al Polly’s Pancake Parlor, per conoscere anche la storia del locale e del territorio dove sorge:
Infine al Mount Washington per entrare nel fascino di uno storico resort, il Bretton Woods. In quella struttura, che risale al 1772, si è svolta nel 1944 l’importante Conferenza Monetaria e Finanziaria delle Nazioni Unite (formally United Nations Monetary and Financial Conference):
Restate collegati, a presto la narrazione fotografica di un’emozione unica e profonda, quella che scaturisce solo dal contatto con la gente!
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Una visita indimenticabile quella a Hampton e a tutte le località della costa del New Hampshire, fino a scoprire il litorale del Maine. Infatti lo Stato del New Hampshire possiede solo diciassette miglia di costa, ma vi assicuro che è da vedere. Spiagge infinite e scenari mozzafiato. Degli scorci che avevo molte volte immaginato, ma che mi hanno sorpreso, nonostante sia più che abituata a un paesaggio marino. Ho conosciuto ogni singolo angolo di quella costa, entrando anche nello Stato del Maine.
“Seagull, gabbiani? Sembravano aquile!”
Inoltre, proprio in quel weekend si è svolto il Sea Food Festival ad Hampton e ho potuto gustare pesce spada e aragosta cucinati sul lungomare, una delizia. E tra i vari banchi di vendite, dal pesce cucinato alla brace ai vestiti e alle felpe con scritto grande Hampton Beach, tra oggetti di artigianato e musiche di altri tempi chi ho incontrato? Il governatore dello Stato, Chris Sunnunu. Il destino a volte è strano, fatto sta che ho parlato con lui anche della mia attività letteraria e della nostra bella Italia. Insomma un’avventura indimenticabile.
Con il governatore dello Stato, Chris Sunnunu:
Il Wentworth Hotel a New Castle:
Una visita a Fort McClary, creato nel 1880 sulla costa del Maine nell’ambito delle fortificazioni americane durante la Guerra di Indipendenza. Il nome si deve al Maggiore Andrew McClary, morto nella battaglia di Bunker Hill:
Le abitazioni che ho fotografato sono spettacolari, così come le ricche cittadine di Portsmouth e New Castle, situata sull’isola di fronte alla costa. Foto e video riprendono anche edifici vecchi di quattrocento anni. Le tombe che appaiono all’improvviso vicino alle case fanno parte della tradizione americana di non delimitare l’area dei cimiteri. Il ponte levatoio segna il confine tra il New Hampshire e il Maine.
C’è un tratto di costa dove viene seguito l’esempio di James Craig, organizzatore del Campionato europeo di Stacking della pietra con sculture di rocce equilibrate l’una sull’altra…
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Molti anni fa il destino mi portò a trascorrere un periodo di vita e di studio negli Stati Uniti, dove sarei dovuta restare per sempre. Poi il fato si mise di mezzo, la mia prima famiglia si disgregò e tornai a Roma, lasciando con grande sofferenza affetti e cari amici nella città di Manchester, nel New Hampshire.
Gli anni passarono e la mia vita si arricchì di esperienze e di affetti: il lavoro nel settore dell’istruzione e nell’ambito del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, il matrimonio, i figli… non ho mai rimesso piede su quella Terra, mai più sulle sponde del Merrimack, il fiume che scorreva dietro casa mia, tanto importante anche per la giovane storia americana.
Ma poi ho iniziato a scrivere un libro dopo l’altro. “Un’ombra sul fiume Merrimack” (Edizioni Universo) fu il secondo dei miei romanzi, subito dopo “Nessun segno sulla neve”, e il primo ad essere tradotto nell’edizione inglese “A Shadow on Merrimack River”, dopo aver ottenuto il premio Nanowrimo 2012. Ed è proprio lì che è nata la storia che si è conclusa con il mio viaggio americano di pochi giorni fa. Alcuni miei amici, dopo aver letto l’edizione inglese, mi hanno ringraziato, perchè con le mie descrizioni avevo permesso loro di camminare ancora per quelle strade, nelle case dal profumo di cedro in cui abitavamo, nella scuola cattolica dove avevamo studiato, la St. Francis School. Mi hanno comunicato che tutto ciò non esisteva più, perchè quella zona era stata demolita per allargare l’area dell’aeroporto di Manchester. Alcune amiche mi raggiunsero addirittura in Italia per riabbracciarmi. La voglia di rivedermi, il desiderio di ospitarmi nella nuova sede della scuola e di celebrare il mio successo letterario ha posto le basi per l’organizzazione di un convegno che si è svolto il 9 settembre scorso, a cui hanno partecipato molti dei miei ex compagni di scuola e amici lettori.
Il nuovo Istituto sorge a pochi metri dal Merrimack, e sono stata condotta da Padre Jeff Statz fin sulle sponde del fiume, che ho amato e descritto nel libro, fotografandolo nella realtà di un gelido inverno del 1966. Due ragazze vanno a pattinare sul fiume ghiacciato, disobbedendo ai genitori. La lastra di ghiaccio si crepa sotto i pattini di Diana e lei rischia di essere risucchiata nelle profondità del fiume dal cadavere che vede lentamente passare sotto i suoi piedi. E’ l’inizio di un thriller che ha tenuto i lettori americani, e ancor prima quelli italiani, incollati fino all’ultima pagina.
Potete immaginare quali momenti toccanti ho vissuto, rivedendo persone adulte, giunte anche da parti diverse e lontane degli Stati Uniti, solo per rivedermi, abbracciarmi con un affetto immenso. Ho riconosciuto in loro i lineamenti di un tempo, le storie che avevamo condiviso, come la morte in Vietnam del fratello diciassettenne di Richard, un fatto che riporto nel romanzo. E parlandone insieme ho potuto notare che lui ha ancora lo stesso sguardo ferito di quel giorno, quando gli chiesi se aveva potuto vedere il cadavere del fratello. Oppure il volto sorridente di Mark, che era sempre punito dalle suore, con punizioni corporali, come le cinghiate sulle mani. E Nancy, Joyce, Jeanny, Debbie… Ho potuto pronunciare anche un discorso alla fine della riunione il cui video, per ora visibile solo sulla mia pagina FB, pubblicherò sul mio canale Youtube appena verrà eliminato il rumore di fondo del condizionatore d’aria. Già, perchè nel luogo dove avrei dovuto respirare la fresca aria del New Hampshire ha fatto un caldo incredibile e i condizionatori andavano a tutta birra. Abbiamo terminato la giornata nel giardino della scuola, alla ricerca di vecchi documenti e ricordi.
Negli ultimi minuti che abbiamo trascorso insieme, io mi sono isolata e li ho guardati i miei amici, che banchettavano al rinfresco, che ridevano e scherzavano come tanti anni fa. Mi sono chiesta se in futuro avrò ancora una simile opportunità, la nostalgia mi ha travolto, insieme alla strana sensazione di “Sliding doors”, di ciò che è stato ma che avrebbe potuto essere. Ho avuto tanto affetto nella mia vita italiana e ora so che altrettanto mi ha seguito nell’animo di chi mi ha conosciuto dall’altra parte del mondo, lo stesso che avrò sempre per loro. E voglio portare con me quella immagine di gioia, di profondi sentimenti e di dolcissima consapevolezza.
Ringrazio Padre Jeff Statz e il Preside Mark Schwerdt, che hanno permesso la realizzazione di un evento indimenticabile.
Io sono la terza da sinistra, con la treccia… e siamo sempre noi
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Un tour indimenticabile negli Stati Uniti! L’occasione di un convegno organizzato per me nell’Istituto dove ho studiato, la St. Francis School, si è rivelato un modo per ripercorrere ricordi ed emozioni di una vita lontana. Rivedere i miei amici e conoscere i lettori delle mie edizioni inglesi Oltreoceano è stata davvero un’esperienza indimenticabile, che racchiuderò in una serie di articoli. Vi invito a seguirmi nella profondità dei sentimenti umani emozionanti, addirittura toccanti, e nei posti meravigliosi dove sono stata condotta con un trattamento da Vip. Il New Hampshire, gli Hampton, le White Mountains, la costa del Maine, il Massachusetts, la scoperta fatta ad Harvard e l’incontro con il governatore del New Hampshire Chris Sunnunu.
Ma anche i sorrisi della gente semplice e accogliente, il calore e l’affetto di un popolo che conosce la sfida della multiculturalità e che, possedendo una storia molto breve, ammira con profondo rispetto il nostro mondo europeo, la mia Roma, la nostra bella Italia.
Seguitemi, gli articoli che pubblicherò racconteranno questo e altro