Foto di Mauro Zibellini
Un evento molto originale è andato in scena alla biblioteca comunale Bartolomea Orsini di Bracciano. Nessuno ha presentato “Una morte sola non basta”, ma ne abbiamo sviscerato trama e contenuti attraverso un fluido dialogo tra me e gli editori.
Dopo la calorosa accoglienza dello staff della biblioteca, a cui si deve un’organizzazione impeccabile, e le significative parole dell’assessore alla cultura del Comune di Bracciano Biancamaria Alberi, è iniziata una calzante conversazione, seguita con grande attenzione dai presenti.
Perchè si sceglie proprio una trama tra i tanti testi che vengono inviati alla casa editrice? E come sono andate le cose prima che venissi contattata per la pubblicazione di “Una morte sola non basta”?
Ho scoperto che ad esaminare il file del romanzo erano state più persone e alla fine era stato richiesto il parere di Ilaria Troncacci, presente all’evento insieme a me. E fu proprio lei, dopo aver letto il consistente romanzo di più di quattrocento pagine in un solo giorno, a dare il giudizio finale.
Ecco il primo video girato in occasione dell’uscita del romanzo:
Ed è iniziato così il fortunato percorso del romanzo, che parla della vita di due bimbe nate negli anni Cinquanta, quando non si prestava l’adeguata attenzione al disagio infantile al quale, anzi, si rispondeva con l’iscrizione in classi differenziali, o a scuole speciali. La narrazione ne descrive la crescita, mentre la loro purezza subisce degli abusi, nel luogo che per un minore dovrebbe essere il più sicuro del mondo, la famiglia. Sotto il riflettore due nuclei familiari molto diversi e distanti nella condizione sociale. Così come sono differenti le violenze perpetrate sulle due bimbe, una fisica e l’altra psicologica. Chi riuscirà delle due a convivere con i ricordi? Ma la narrazione dipinge anche una Roma semplice, uscita da poco dalla tragedia della guerra, e parla dei ballatoi dove si cantavano gli stornelli, si accendevano anche discussioni furibonde, ma poi si tornava a prendere il caffè insieme, ad aiutarsi uno con l’altro. Una realtà dove all’orrore vissuto si rispondeva con lacrime mandate giù per pudore, solo per dare coraggio e speranza a quei govani chiamati a ricostruire tutto, sentimenti che al giorno d’oggi non riusciamo più a infondere alla gioventù. La cornice è quella di una Roma che cresce insieme alle vite parallele delle due protagoniste, attraversando Il boom economico ed edilizio degli anni Sessanta, le contraddizioni sociali e politiche dei Settanta. Sarà proprio allora che le giovani, ormai quasi ventenni, si conoscono e, nell’amicizia profonda che nasce tra loro, ognuna cercherà il riscatto di ciò che ha patito.
Molto significativo l’intervento di Giorgia Gioacchini, che prestava il suo supporto come responsabile della biblioteca di Marina di Cerveteri, quando lesse per un caso il romanzo. Organizzò subito una grande presentazione e i lettori, dopo averne terminato la lettura, hanno richiesto un nuovo incontro, per poter parlare insieme dei temi scottant tratatti nel libro, stavolta senza paura di spoilerare.
Le considerazioni sono state moltissime, e hanno riguardato perfino la tecnica della scrittura che, anche per “Una morte sola non basta”, è caratterizzata dalla multidimensionalità della narrazione, che porta il lettore a vivere nella mente dei vari personaggi. La costruzione del mostro, attento, affettuoso, accudente lascia il segno nel lettore. Si è parlato di quanto studio e ricerca ci sia stata da parte mia nella realizzazione del romanzo. Un impegno che è stato premiato dall’editore, creando nella appendice una nota di approfondimento completamente a mia cura, dove ho potuto riportare moltissime e dettagliate notizie sulla realtà dell’epoca, sulle leggi che hanno cambiato la società italiana negli anni durante i quali le due ragazze crescono. Ho perfino rintracciato il tariffario di una “casa chiusa”, le foto dello spogliarello di Aichè Nanà in un locale di Via Veneto, la storia della Porta magica di Piazza Vittorio e i regolamenti delle Scuole speciali, la legge Merlin, l’epidemia di poliomielite del ’58 e molto, molto altro…
Come viene un’ispirazione e che tipo di scrittice sono? Ho risposto in un modo originale, perchè si dice che esistono due tipi di scrittori: gli scrittori giardinieri e gli scrittori architetti. I primi entrano nella storia, come varcando il cancello di un giardino da coltivare, vedendo sbocciare un fiore dopo l’altro, senza avere un piano preciso di quello che andranno a scrivere facendosi trasportare dalla trama e dai personaggi. I secondi, invece, hanno la necessità di pianificare l’intera trama, i capitoli, fino al finale, a volte scrivendo il tutto su di una lavagna o su una serie di block notes. Io appartengo agli scrittori giardinieri. Dalla ispirazione inizia per me un viaggio di valore inestimabile, che mi fa rinunciare anche a uscire se fuori splende il sole o a consumare i pasti, mentre seguo affascinata i personaggi che sbocciano come in un meraviglioso giardino.
Abbiamo anche parlato dell’importanza e della delicatezza del lavoro dell’editor. Per “Una morte sola non basta” la mia editor è stata Vittoria Rosati, la migliore tra le tante bravissime con cui ho lavorato. Ho specificato che un autore con la trama crea una folta capigliatura, che l’editor modella in un taglio alla moda. E non è sempre così facile, perchè a uno scrittore puoi dire tante cose, ma se vai a tagliare quello che ha scritto non sempre accetta di buon grado. E’ per questo che l’editor deve agire con molto tatto e con una buona dose di pazienza e deteminazione. Con Vittoria Rosati ho lavorato anche di notte, pur non conoscendola, solo con contatti online. Lei è stata talmente sensibile da capire che durante la scrittura del romanzo, in un punto preciso, mi era capitato qualcosa. Ed era vero, avevo avuto un guaio in famiglia. Questo è l’esempio di quanto un bravo editor può scavare nell’animo dell’autore. Quando finalmente ci siamo conoscute, durante la prima pesentazione del romanzo, il nostro abbraccio è stato infinito e quel legame non cambierà mai.
Le letture di Avio Focolari hanno fatto il resto. Con Avio ho vissuto le esperienze più significative del mio percorso letterario. E’ stato lui a leggere le prime pagine di “Nessun segno sulla neve”, durante la primissima presentazione della mia vita alla libreria Odradek. Ero emozionatissima e lui, seduto vicino a me, mi ha dato un colpetto sul braccio sussurrandomi, “Non essere così emozionata, ci sono io vicino a te!”. E’ stato sempre lui a leggere le pagine di “Una morte sola non basta” durante la prima presentazione alla libreria Farhenheit di Campo de’ Fiori. E non si è smentito, raggiungendomi dopo aver lasciato i suoi numerosi impegni e dando vita, con la sua lettura profonda e appassionante, a dialoghi e descrizioni, rese da lui palpabili.
Adesso “Una morte sola non basta”, dopo essere stato presentato presso la biblioteca della Camera dei Deputati, si trova in edizione italiana nelle prestigiose università di Harvard e di Yale e, da pochi giorni nella Public Library di New York. Una bella, grande soddisfazione, credetemi, e di soddisfazioni questo romanzo me ne ha date davvero tante…
https://danielaalibrandi.com/2020/01/05/634-dove-acquistare-una-morte-sola-non-basta/






















































