Posto di seguito la recensione di una lettrice, che ha vissuto la città di Roma negli anni descritti nel mio romanzo “Una morte sola non basta”. E’ una testimonianza che mi ha colpito per la sua autenticità e fa capire come le pagine del mio libro dedicate a quella Roma semplice siano in grado di incuriosire chi non l’ha conosciuta e di evocare, allo stesso tempo, i ricordi cari a quella generazione, protagonista del dopoguerra. Anni difficili sì, ma ricchi di sfumature profondamente delicate, un periodo nel quale i giovani cercavano solo di dimenticare e di vivere una nuova spensieratezza.
(Seguendo il suggerimento avuto dalla stessa lettrice, riporto il testo omettendo le parti che rivelano alcuni dettagli cruciali della storia, )
Premessa: mi rendo conto di aver svelato il finale del suo libro, Lei potra’ ovviamente oscurarlo.
Gentile Signora Daniela,
Il suo libro e’ veramente avvincente e scorrevole, percio’ non si vede l’ora di arrivare alla fine.
L’argomento che Lei ha descritto in questo libro “Una morte sola non basta” e’ triste e doloroso, pensando a cio’ che hanno dovuto sopportare queste due giovinette, provate cosi’ duramente sin da bambine.
I personaggi sono presentati chiaramente, alcuni ripugnanti fino alla fine.
Mi ha colpito moltissimo la fine del libro, mi ha dato molte sensazioni: quella che finalmente sia stata, in qualche modo, fatta giustizia.
I luoghi indicati nel suo libro e mi riferisco a piazza Vittorio, non ho un ricordo preciso della Porta Magica, penso che allora fosse ricoperta di sterpaglie e che non fosse ben visibile ai passanti.
Gli altri luoghi descritti, non erano spesso da me frequentati ne’dalla mia famiglia.
Sono nata a via Giulia e piu’ frequentemente andavamo in via del Corso, piazza Venezia, piazza S. Silvestro e Corso Vittorio Emanuele.
Poi negli anni ‘ 50 andammo a vivere in Via Benzoni, una parallela di via Ostiense; quindi con le amiche andavamo a passeggiare sull’ Aventino e d’estate finita la scuola, prendevamo con altri amici la metropolitana alla Piramide e scendevamo alla fermata prima dell’attuale Laurentina. Qui sceglievamo un edificio rimasto incompleto a causa della guerra, ma che avesse una pavimentazione per poter ballare e ascoltare la musica dal giradischi portatile. Soltanto che dopo un po’, i vigili urbani interrompevano il nostro divertimento e ci ordinavano di andare via, perche’ era pericoloso stare li’ per evitare gli eventuali crolli. I ricordi suscitati da questo libro sarebbero molti, ma non sono pertinenti a questo romanzo.
Cordiali saluti
Rosina Mascioli

“Una morte sola non basta”, Del Vecchio Editore
http://www.delvecchioeditore.com/libro/cartaceo/227/una-morte-sola-non-basta