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Un incontro carico di emozioni quello di ieri a Roma


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Si è svolto in un clima di riflessioni profonde e sentimenti vibranti l’incontro di ieri a Roma, presso la sede di Coaster, un delizioso spazio di coworking, coffice e bitzmatching nel quariere Prati. A presentare il mio libro è stato lo scrittore e poeta Bruno Brundisini, che è uno dei lettori più attenti e raffinati delle mie opere. Nella sua presentazione del libro “Una morte sola non basta”, infatti, oltre a proporre una analisi profonda delle tematiche trattate, è riuscito a offrire uno sguardo generale sulla complessità della mia attività letteraria.

Nel descrivere le prime pagine del romanzo, che si apre con l’incontro tra due uomini nel giardino dell’ospedale romano San Camillo, negli anni Cinquanta, Bruno Brundisini, che oltre ad essere uno scrittore è un dirigente medico, ha focalizzato la sua attenzione sui grandi cameroni di cui parlo nel libro, dove decine e decine di malati stipano i cosiddetti padiglioni, perdendo la propria intimità. Anche lui, nelle sue prime esperienze nei nosocomi romani di allora, ha potuto constatare delle realtà simili a quelle da me descritte.

Il suo scavare nella trama del romanzo mi ha fatto capire quanto di me e dei miei personaggi rimanga indelebile in chi legge e ama i miei libri. Mi sono emozionata ascoltando le sue parole, grata a questa passione che prende la mia anima e riesce sempre e costantemente a sorprendermi con soddisfazioni incredibili. Ho scoperto che lo stesso relatore aveva dato un titolo alle letture appassionate di alcune pagine, che l’attore Avio Focolari ha scandito in modo magnifico!

Le domande del relatore sono state argute e non vi nego che in alcuni momenti mi hanno colpito profondamente. Qui rispondo alla sua prima domanda: “Perché hai sentito la necessità di ambientare l’inizio della storia nella città di Roma, negli anni Cinquanta?” Ed è stato bello descrivere quella società semplice, ma piena di voglia di rcostruire, comparandola ai sentimenti che caratterizzano la società di oggi.

Abbiamo parlato delle prime feste che si iniziava ad organizzare in famiglia, nell’intento di dimenticare gli orrori della guerra terminata da poco.

E Bruno Brundisini, che ringrazio infinitamente per la disponibilità e l’impegno che mi ha voluto dedicare, è andato ben oltre con le sue domande, rispondendo alle quali è stato possibile sviscerare gli argomenti trattati nel libro, anche approfondendo gli aspetti sociali e filosofici legati al concetto del male, un dialogo che il pubblico in sala ha seguito con notevole attenzione.

Una tra tutte è stata la seguente: “Perché hai voluto affrontare il tema della violenza, quella più subdola che si vive all’interno della famiglia, e credi nella forza del destino che, come in questo caso, riesce a intrecciare due storie tanto complesse e drammatiche?” Lascio a voi questa considerazione, il male esiste in embrione o si costruisce per fattori diversi?

E infine ci siamo salutati con una riflessione sul ruolo della donna e sul suo percorso alla ricerca dell’uguaglianza tra i sessi. Questa la sua domanda: Tu scrivi di donne, e in questo romanzo hai fatto capire quanto sia cambiata negli anni la posizione della donna nella società italiana, quanto sia costata la ricerca di emancipazione femminile. Pensi che ci sia ancora molto da percorrere per le donne di oggi e di domani?

A mio avviso c’è molto ancora da percorrere, ho risposto, anche se molto è stato fatto. A questo proposito ho letto alcune righe che ho scritto parlando del femminicidio, in un articolo per Cultura al Femminile

“Per me il termine Femmina racchiude un universo complesso, morbido, luminoso, contrastante, passionale, profondo, divertente e soprattutto incompreso, forse proprio per l’imponderabile versatilità che contraddistingue la natura femminile in contrasto con la prevedibile natura maschile.” E ho aggiunto che “Per questo credo che la donna dovrebbe maturare la consapevolezza di possedere le sue peculiarità e capire, finalmente, che ottenere la parità con l’uomo, in alcuni casi, può essere addirittura riduttivo”, chiedendo scusa agli uomini in sala naturalmente.

In un clima di grande amicizia è terminato l’incontro. Ringrazio ancora il pubblico presente che ha scelto di trascorrere insieme a me e al mio libro un sabato mattina ancora assolato ed estivo. Un ringraziamento particolare va all’organizzazione e allo staff di Coaster, che ha ospitato l’evento e, oltre che a Bruno Brundisini, ad Avio Focolari, che si è reso disponibile nonostante i suoi pressanti impegni teatrali, e a Marilù Giannone, di Consul Press, la cui presenza e le cui domande hanno dato un tocco giornalistico all’incontro. Sul finire le foto di rito, con un magnifico bouquet di fiori rossi, un graditissimo omaggio a me e alla mia scrittura!

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