Io c’ero al suo concerto del luglio 2004. Arrivai all’Auditorium Parco della Musica con largo anticipo e intravidi l’immenso Burt Bacharach seduto alla prima fila dei posti nella patea, ancora deserta. Parlava con la sua assistente. Aspettai in completo silenzio che terminassero il loro dialogo e poi mi intrufolai tra le file di sedili per raggiungerlo.
Venni fermata senza molta delicatezza dall’assistente, che mi si parò davanti con un perentorio “After the show!”. Non mi persi d’animo e provai ad insistere “It won’t be possible for me after the show! Please let me talk to him, only a moment”.
Bacharach le fece cenno di farmi passare e mi accolse con un dolcissimo sorriso, indimenticabile.
Seduta vicino a lui, in quel caldo pomeriggio estivo, ho potuto così finalmente dirgli quanto amassi la sua musica, la colonna sonora della mia vita. Non ci crederete, anche per me vedere la commozione nei suoi occhi fu una inaspettata e meravigliosa sorpresa. Si è commosso e mi ha abbracciato, regalandomi uno dei ricordi più teneri e significativi, confermando che la vera grandezza si accompagna sempre alla generosità e alla genuina umiltà.
Con lui scompare un impareggiabile artista, un grande compositore e un uomo dai sentimenti profondi.
Grazie Burt per tutte le emozioni che ci hai donato.
