Una serata indimenticabile quella di ieri 24 novembre presso la Biblioteca Comunale Peppino Impastato di Ladispoli. Si è svolta infatti, con il patrocinio del Comune di Ladispoli, la presentazione del mio nuovo libro “Una morte sola non basta”. Molti i partecipanti, che ringrazio di cuore per aver scelto di condividere con me un evento tanto significativo, e grande l’interesse verso i temi scottanti trattati nel romanzo. La presentaziione magnifica è stata di Vienna Marchetti, mentre le letture di Eugenia Borello hanno suscitato molte emozioni.
E’ stato evidenziato il modo in cui nel libro si costruisce il “male”, come un veleno sottile che si inizia ad intuire anche nelle pagine che sembrano descrivere solo serenità. Sono stati toccati i vari aspetti legati all’opera, come ad esempio l’ambientazione storica e il motivo per cui viene già definita “Un grande romanzo neo-realista”. L’interesse suscitato dai diversi argomenti e dalle letture ha creato un’atmosfera di intensa condivisione. Un ringraziamento speciale va allo staff della Biblioteca Peppino Impastato per aver ospitato il mio libro “Una morte sola non basta”, ai giornalisti che sono intervenuti e alla Libreria Scritti e Manoscritti.

Nelle tue parole di ciò che si prova dopo avere terminato un libro, mi ritrovo perfettamente con le mie sensazioni, l’angoscia del distacco dalla storia e dai personaggi. E’ quello che ho scritto sul mio blog. Mi fa piacere che sia una emozione comune. Molto spesso l’autore è solo. Sentire una condivisione, una similitudine, ti dà un senso di appartenenza a qualcosa più grande di te.
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Intimo, particolare, profondo, niente di più coinvolgente e per certi versi sconvolgente del rapporto che si instaura tra l’autore e i suoi personaggi… il mistero che avvolge la scrittura da sempre e che ci fa sentire meno soli! Grazie Bruno per il tuo commento!
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Devo dirti Giacomo che hai colto la vera essenza del mio sguardo. Infatti ciò che prova un autore quando termina la scrittura di un libro e lo pubblica è, per lo meno per la mia esperienza, un’ emozione molto simile a quella della nascita di un figlio. C’è il distacco dalla storia con la quale quale si è vissuto a lungo e, cedendola al mondo, si spera che venga amata e rispettata. Quindi il sentire leggere le pagine del romanzo in un modo tanto appassionato e fedele al loro significato è stato davvero emozionante!
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Mentre la lettrice, bravissima, leggeva alcuni passi dell’opera, mi ha colpito l’espressione di Daniela. Come una madre che aveva affidato la propria creatura nelle braccia amorevoli di un’amica, anche lei seguiva la lettura con orgoglio, rapimento e anche credo con un certo timore. Orgoglio e rapimento per la gioia di vedere la propria “creatura” coccolata e vezzegiata. Timore, legittimo, che se ne prendesse cura adeguatamente e la trattasse con i dovuti riguardi.
In quello sguardo ho capito quanto il libro sia uscito direttamente dal cuore dell’autrice e la lettura delle prime pagine me ne ha dato conferma.
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