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Tanti auguri di Buona Pasqua, la rinascita e il risveglio


Una festa che, pur non avendo lo stesso significato per tutti, rappresenta comunque la rinascita e il rinnovamento e viene festeggiata con pittoresche e affascinanti tradizioni nelle diverse culture. Quindi tanti auguri a tutti, per una Pasqua che credo sia soprattutto di speranza!

“Il vento dolce di aprile”, un racconto che parla proprio del risveglio, pubblicato da un periodico della RAI, dal settimanale L’Ortica del Venerdì e nell’antologia “I doni della mente” (ed. inglese “Echoes of the soul”)

IL VENTO DOLCE DI APRILE

Tempo fa, un invito a cena a casa di un’amica, ma con un pizzico di brio. C’era un tema attorno al quale si sarebbero sviluppate le conversazioni della serata: “La primavera, il risveglio”. Le invitate, tutte rigorosamente donne, che si conoscevano appena, avrebbero potuto parlare ognuna del proprio risveglio e scrivere anche qualcosa al riguardo.

Non potevo immaginare l’atmosfera nella quale mi sarei immersa in quelle ore, che sono trascorse troppo veloci. Un ambiente elegante, nel quale ogni particolare parlava del gusto raffinato e sapiente della persona che aveva organizzato l’originale serata. La luce soffusa e nel sottofondo una musica soft, avvolgente ed emozionante colonna sonora di quell’incontro. Cinque donne, ognuna con la sua storia e il suo bagaglio personale che, tra piatti gustosi e prelibati manicaretti, non hanno trovato difficoltà ad aprirsi, condividendo insieme gioie, tragedie e scelte coraggiose, ciascuna parlando del proprio risveglio. Scoprivo, in ogni loro sguardo, che non è difficile denudare l’anima. Occhi penetranti e trasparenti, la sensazione di immergersi ognuna nella storia dell’altra, come in un mare divenuto all’improvviso quieto. La morte di un figlio, l’abbandono di un marito, la scelta di continuare una gravidanza sapendo di partorire una bimba con difficoltà, la lotta contro il cancro… esperienze terribili che ognuna donava sorridendo all’altra come un omaggio prezioso, dal quale tutte avevano tratto il risveglio della propria coscienza. Solamente una delle invitate sembrava avere avuto tutto dalla vita ed era l’unica ad aver scritto qualcosa. Sollecitata dalle altre ha iniziato a leggere mostrando, proprio lei, un pudore inaspettato nel raccontare il suo risveglio: 

E finalmente guardo il sole, dritto negli occhi, senza abbassare i miei. I tiepidi raggi d’aprile mi accolgono come se mi avessero atteso per un’eternità. Una brezza lieve scompiglia i miei capelli e asciuga le lacrime che stavano affiorando, donandomi un sentimento ancora sconosciuto. Non è vero che si resta abbagliati guardando con fierezza il sole, anzi, inspiegabilmente in esso ci si rivede la propria immagine, come in uno specchio che, ardente, la fonde e la conia, per renderla eterna.

Mi vedo, con le rughe e gli incipienti capelli bianchi, il mio sorriso spento e consapevole. Il calore mi impedisce di mentire, e io stavolta permetto al mio urlo di uscire e grido: <<Non lo voglio più! Non voglio più chi si è preso la mia primavera per trascinarmi nel suo autunno e annegarmi in un inverno senza fine! Non voglio più rinnegare me stessa, la mia voglia di suoni, di colori e parole. Sì, sono stanca del silenzio che c’è nel mio mondo, voglio accordi di arpe a scandire le mie ore, e godo ora che meravigliose sensazioni riescono a venir fuori dal mio animo senza difficoltà, come prigionieri che abbiano inspiegabilmente trovato la cella aperta e, silenziosi e veloci, corrono verso la libertà! Desidero udire parole, parole d’amore che il vento dolce d’aprile inizia a sussurrarmi, scatenando in me quei brividi che da sempre non provavo.

E finalmente guardo il sole, dritto negli occhi senza abbassare i miei. Sento inequivocabilmente che la primavera è finalmente tornata e posso respirare in pieno il suo profumo. Non esiste un’età nella quale non si possano vedere sbocciare dei fiori, quelli che adesso vedo tra i miei capelli. Le perle di sudore sono gemme che brillano nei solchi rugosi delle mie gote, e teneri boccioli affiorano sul mio pube. Questa scorza che mi riveste nasconde solo una calda passionalità e io rinasco in questa luce, che non mi ha ancora accecato. Non bisogna mai rinnegare la propria primavera, perché lei, in realtà, non ci ha mai abbandonato.

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