Appuntamento a Piazza Venezia alle otto in punto. Venticinque anni dall’ultima campanella udita a scuola, un quarto di secolo dal nostro scendere veloci per le scale del liceo, guardandoci negli occhi, meravigliati che fosse giunto finalmente l’ultimo giorno di lezione. Qualcuno dava sulla testa del compagno un quaderno accartocciato, mimando i colpi ritmici di un batterista, altri si tenevano forte per mano, promettendosi di non perdere mai i contatti. E fuori ci attendeva l’estate, con la libertà dai libri e dalle interrogazioni, c’erano i Beatles e i Rolling Stones.
Ora, mentre mi avviavo verso l’appuntamento più emozionante della mia vita, i ricordi prorompevano dalla nebbia nella quale sembravano essersi disciolti. In quella Piazza Venezia bagnata, dalla storia tanto sfortunata, mi attendeva una stravagante comitiva di quarantaquattrenni. Loro erano lì, sembrava che fossero divenuti adulti senza essersi mai allontanati da quei sampietrini che ora, lucidi di pioggia, riflettevano la calda luminosità dei lampioni romani…
Il racconto fa parte dell’antologia “I doni della mente” al seguente link: